La mobilitazione silenziosa ha trovato anche nella diocesi di Nola dei luoghi- simbolo in cui il segno del digiuno e della preghiera è diventato una provocazione. A Mugnano del Cardinale e Tufino, in un’area dove in passato sorgeva una discarica nauseabonda, le celebrazioni comunitarie hanno avuto il sapore della memoria per le vittime innocenti. Più a ridosso del Vesuvio, oggetto di incendi drammatici nelle scorse estati, si sono fermate invocando responsabilità e una «nuova coscienza ambientale» i credenti di Ottaviano, San Gennarello, Somma Vesuviana, Torre Annunziata. Così come hanno avuto un particolare valore i momenti di preghiera a Scafati, dove scorre il fiume più inquinato d’Europa, il Sarno.
Comuni che ruotano intorno al perimetro della “terra dei fuochi”, che nella diocesi nolana ha l’epicentro in Marigliano, Brusciano, Pomigliano. «La tentazione quotidiana – ha dichiarato monsignor Marino – è quella di comportarci da sfruttatori. Fermarci in preghiera non è un gesto di arrendevolezza, è invece l’affermazione di una possibilità di inversione di rotta, di cambiamento di cuore».