Peppino Mariniello a Poggiomarino è un’istituzione. Conosciuto da tutti per il suo impegno in parrocchia, dove arriva di prima ora a bordo del suo scooter elettrico per disabili. Ma Peppino, oltre il suo sorriso, sta per scontrarsi con un’altra dura realtà della vita. Martedì, infatti, la casa dove vive sarà abbattuta così come da sentenza della Procura. Le ruspe arriveranno in via Vittorio Emanuele, in una traversa tanto interna quanto impervia di Flocco, dove i familiari di Peppino realizzarono quel piccolo alloggio proprio per consentirgli di poterci arrivare senza utilizzare le scale, insomma di essere autonomo.
L’area era destinata a zona agricola, così come ancora oggi: «Purtroppo il piano regolatore non era stato ancora aggiornato e presi dalla disperazione abbiamo osato». Ma nel tempo molte cose sembravano poter cambiare: dapprima una possibilità di rientrare in un condono, una speranza durata tre anni e poi improvvisamente abortita quando però per mille giorni la famiglia Mariniello aveva già speso soldi ed energie in quell’alloggio per il figlio/fratello disabile; poi una sentenza del Consiglio di Stato che ancora oggi dà invece ragione a Peppino. «Non ci saremmo esposti ad andare avanti nei lavori se lo Stato ed il Comune non ci avessero dato buone possibilità in merito al condono», proseguono i familiari del “custode” della parrocchia di Sant’Antonio da Padova.
Adesso non resterà che vedere quelle mura cadere. Tutto giusto per la legge, perché la struttura è abusiva. Tuttavia in casi simili è davvero dura non pensare a quanto possa valere quel decreto mai approvato sugli “abusi di necessità”. Una vicenda ancora troppo contorta e difficile. Chiaramente per i Mariniello si tratta di una mezza ingiustizia: «Ci hanno prima illusi e poi ci puniscono, la rabbia deriva dal fatto che l’area vesuviana è piena di abusi edilizi ed a Poggiomarino la prima casa che sarà abbattuta è quella di un ragazzo affetto da grave disabilità motoria».