Pasquale D’Avino, 27 anni, nato a Bologna ma cresciuto a Sant’Anastasia e anastasiano a tutti gli effetti. È lui la mente del brand Throwback di cui parla addirittura “Repubblica” nell’edizione odierna. Il suo marchio di abbigliamento ha fatto il giro del mondo basandosi sullo storytelling, cioè i vestiti che “parlano”, che raccontano storie con immagini. I suoi capi rappresentano infatti un po’ di tutto: Micheal Jordan, Steve Jobs e finanche Holy e Benji, tanto per citare qualche nome.

Pasquale D’Avino nel riquadro al centro, insieme a due suoi modelli

«Tutto è nato vedendo “Mamma ho perso l’aereo” – racconta a Repubblica – Erano le 2 di notte e ho chiamato il mio amico e artista instagrammer, Gianpiero D’Alessandro al quale chiedo di modificare un’immagine del film presa dal web. Quella notte stessa nasce la prima prova: mi metto a lavorare su una ricerca immagini e inizio a scrivere frasi e pensieri riguardante il mondo dei ricordi e della psicologia motivazionale». L’idea è vincente: «Amici, proprietari di showroom nazionali ed esteri, mi dicono di trovarla molto “cool”, e dunque vado avanti».

Spiega infine Repubblica: «Da Sant’Anastasia, così, il progetto di D’Avino si espande a macchia d’olio: in due mesi prende forma un primo campionario di 22 pezzi tra t-shirt e felpe. A Londra, l’incontro con il Ceo indiano di un brand di moda londinese si rivela propizio: “Lui si innamora subito del mio entusiasmo, di come gli racconto la mia idea di business, e mi fa una controproposta inaspettata: “Se invece di aiutarti solo ad essere distribuito in Usa e Cina, ti proponessi di farci entrare sin da subito nel business rilevando il 49% del brand in cambio di una cifra X?”».