Ripreso questa mattina in Corte d’assise d’appello a Trieste il processo nei confronti di Giosuè Ruotolo, unico accusato del duplice omicidio avvenuto all’esterno della palestra di Pordenone dove sono stati trovati, freddati da colpi di pistola, Trifone Ragone e Teresa Costanza. La difesa di Ruotolo – con gli avvocati Roberto Rigoni Stern e Giuseppe Esposito – giocherà le sue carte per tentare di ribaltare la sentenza di primo grado che ha condannato il giovane ex militare di Somma Vesuviana all’ergastolo e a due anni di isolamento diurno. Ruotolo è in carcere dal marzo 2016. I suoi difensori sostengono che Ruotolo non si trovasse nel parcheggio quando sono stati esplosi i colpi di pistola, ma che fosse andato via prima del delitto. A sostegno di tale tesi hanno valorizzato i racconti di alcuni testimoni che non hanno notato l’Audi A3 grigio chiaro di Ruotolo nel piazzale. La difesa dell’imputato inoltre propugna la tesi che il killer dei fidanzati si sia sporcato del sangue delle vittime, confortata in questo dalla consulenza di parte, mentre non sono state trovate tracce biologiche e ematiche di Teresa e Trifone nè sull’auto, nè sugli abiti e monili sequestrati a Giosuè Ruotolo.