La Polizia di Stato ha eseguito un sequestro patrimoniale, su ordine dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, su proposta del Questore, per un valore complessivo di circa 6 milioni di euro nei confronti dell’imprenditore Benedetto Bacchi, di 46 anni, e Francesco Nania, di 50. Entrambi erano finiti in manette un anno fa nell’ambito dell’operazione “Game Over” con altre 29 persone accusate, a vario titolo, di associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori, concorrenza sleale aggravata dal metodo mafioso, riciclaggio e associazione per delinquere finalizzata alla produzione, detenzione e spaccio di stupefacenti. Un’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca e condotta dai sostituti Annamaria Picozzi (ora a sua volta procuratore aggiunto), Amelia Luise e Roberto Tartaglia, che ha confermato l’esistenza di uno stretto collegamento tra Cosa Nostra e le sale da gioco e di raccolta scommesse. E un ruolo importante lo avrebbe avuto proprio Bacchi, accusato di concorso in associazione mafiosa e riciclaggio del denaro dei clan. Contro di lui vi sono le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Vito Galatolo il quale aveva detto agli inquirenti che, grazie all’appoggio di Cosa nostra, “si era preso Palermo”, monopolizzando il settore dei giochi e delle scommesse online. Secondo l’accusa l’imprenditore avrebbe realizzato anche una rete di agenzie di scommesse abusive (riferibili principalmente al marchio “B2875”), capaci di generare profitti quantificati in oltre un milione di euro mensili. Il socio occulto dell’imprenditore, secondo quanto accertato dagli inquirenti, sarebbe stato Francesco Nania, capo della famiglia mafiosa di Partinico, già condannato con sentenza definitiva, che ha terminato di espiare la pena nel 2013. Nello specifico il sequestro a carico di Bacchi riguarda 11 beni immobili, tre veicoli, sei rapporti finanziari, una quota societaria, quattro società con sede a Partinico e quattro a Malta attive prevalentemente nei settori dei giochi e scommesse e dell’edilizia. Nei confronti del boss Francesco Nania, è stato invece disposto il sequestro di una società con sede a Ottaviano che opera nel settore alimentare, veniva utilizzata per esportare prodotti siciliani negli Stati Uniti.