«Il 7 marzo si è consumato un fatto gravissimo ai danni di 5 lavoratrici addette alla pulizia delle camere presso la struttura Holiday Inn Vulcano Buono di Nola. Dopo anni di sfruttamento, di tutele e diritti negati hanno deciso di ribellarsi, dire basta ai continui ricatti e scioperare contro la società cooperativa Top Cleaning, con sede a Roma, chiedendo aiuto ed informando, contestualmente, la committente Holiday Inn di quanto avveniva all’interno del proprio albergo. Il giorno successivo allo sciopero, l’otto marzo, alle sole 5 lavoratrici scioperanti, gli è stato negato il diritto di entrate sul loro posto di lavoro comunicando, in modo informale, che il contratto con la precedente società era stato rescisso il giorno 7 e che i loro nominativi non risultavano tra quelli presenti nel nuovo appalto, sostituite da nuove 5 lavoratrici». A raccontarlo in una nota ufficiale è l’Unione Sindacale di Base.
«Messe per strada da un giorno all’altro, ancora alle dipendenze di una società, la Top Cleaning, che le lascia nel limbo della precarietà e della disperazione assoluta. Una violenza dalla ferocia inaudita in cui tutti, ex appaltatore, committente, nuovo appaltatore e relativo subappaltatore, se ne lavano le mani, a partire dalla prestigiosa struttura alberghiera in cui per anni le lavoratrici hanno operato in modo diligente, senza mai ricevere alcuna contestazione o provvedimento disciplinare. Le 5 lavoratrici è da giorni che attendono risposte circa il loro futuro, sugli stipendi arretrati non corrisposti, sul Tfr e contributi non versati, sul loro futuro lavorativo visto che quel lavoro, per quanto sfruttate, era l’unico che avevano e che le permetteva tra le mille difficoltà e straordinari di arrivare a fine mese. Ogni lavoratrice una storia, alcune separate con figli a carico, altre venute dai paesi dell’EST in cerca di lavoro e riscatto sociale. Un fenomeno quello degli appalti e dei subappalti che non può essere sottaciuto e su cui vi chiediamo di fare piena luce, a cominciare da questa maledetta storia di sfruttamento, ricatto e violazione. Privazione di qualsiasi tutela nei cambi d’appalto e, soprattutto, sulla irresponsabilità solidale delle committenti nel chiedere che i processi di outsourcing avvengano nel rispetto delle procedure, anteponendo valori etici, sociali, prima ancora che umani», conclude l’Usb.