Momenti di forte tensione all’assemblea che formalizza l’elezione di Leo Annunziata come nuovo segretario regionale del Pd Campania. Il sindaco di Poggiomarino nel suo intervento si era soffermato proprio sulla necessità di chiudere la stagione dei litigi interni. Ma subito dopo il voto dell’assemblea che lo ha incoronato, quando il successore di Assunta Tartaglione ha proposto come presidente l’ex segretario provinciale di Salerno Nicola Landolfi, sono emersi i primi dissensi e alcuni delegati hanno fatto notare che Landolfi non era tra gli eletti in assemblea. Le polemiche sono aumentate quando il neo-presidente ha indicato i quattro componenti per l’ufficio di presidenza. La senatrice Valeria Valente ha eccepito l’irricevibilità della proposta e, dopo una sospensione, Giorgio Zinno e Umberto De Gregorio hanno ceduto il posto a Paola Vairano e Roberta Santaniello, che si sono aggiunti a Francesco Zanfardino e Sergio Andria.
Annunziata aveva provato a segnare una rottura con il recente passato, battendo molto nella sua relazione sulla necessità di «elaborare un nuovo pensiero, che parta dai bisogni della gente e ritrovando l’orgoglio per rappresentare, dalla Campania, il dissenso al governo gialloverde». Il neosegretario ha ribadito che le priorità sono le Europee e le Amministrative, dove il Pd «deve presentarsi con il suo nome e cognome». E ha lanciato infine una stoccata al reddito di cittadinanza, promuovendo il Piano per il lavoro lanciato dal presidente della Regione, Vincenzo De Luca: «Combattiamo la povertà creando le condizioni per il lavoro vero» ha detto Annunziata.