Svolta nell’omicidio di Aldo Autuori, ucciso a a Pontecagnano Faiano la sera del 25 agosto 2015. I carabinieri della Compagnia di Battipaglia hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del Tribunale di Salerno, su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia di Salerno, nei confronti di Francesco Mogavero, Enrico Bisogni, Luigi Di Martino detto “il profeta”, 56enne dell’omonimo clan di Pompei, Francesco Mallardo e Stefano Cecere. I primi quattro sono già detenuti mentre Stefano Cecere, unico indagato ancora libero, è stato rintracciato e arrestato.

L’omicidio avvenne in una piazza centrale di Pontecagnano Faiano. La vittima fu raggiunta da due sicari a bordo di uno scooter che esplosero una serie di colpi con una pistola che non è stata trovata. L’uomo riuscì a scappare in un vicolo ma venne raggiunto dai due che lo freddarono con ulteriori due colpi. Secondo la ricostruzione degli investigatori Francesco Mogavero ed Enrico Bisogni, ai vertici del clan Pecoraro-Renna, decretarono la morte dell’uomo colpevole del fatto che aveva allestito una serie di attività nel settore dei trasporti su gomma di prodotti nella Piana del Sele, di intralcio nel predominio dello stesso clan. Luigi Di Martino, invece, avrebbe fatto da intermediario tra i mandanti e gli esecutori materiali, mentre Francesco Mallardo, reggente dell’omonimo clan del Giuglianese, all’epoca dei fatti sottoposto al regime di libertà vigilata a Sulmona, forniva a Luigi Di Martino, appunto, la disponibilità dei suoi uomini per l’esecuzione del delitto. Stefano Cecere, stretto collaboratore di Francesco Mallardo, infine, avrebbe fatto da tramite con Luigi Di Martino. Le indagini hanno evidenziato come i vari clan in questione (quello dei Mogavero – Bisogni di Pontecagnano, quello dei Cesarano di Castellammare di Stabia e quello dei Mallardo di Giugliano in Campania) avevano allacciato strettissimi rapporti per consolidare il controllo sui rispettivi territori, scambiandosi reciproci favori.