Gli agenti del commissariato di Torre Annunziata, dopo un’indagine volta al contrasto del fenomeno dello spaccio di cocaina coordinata dalla Procura di Torre Annunziata, ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip nei confronti di Rita Ferraiuolo (37 anni),  il marito Andrea Evacuo (40) e  il figlio Pasquale (23), ritenuti responsabili in concorso tra loro dell’illecito traffico con l’aggravante di utilizzare minorenni, tra i quali anche un bambino di 10 anni. Nel corso della perquisizione operata durante l’arresto, nel palazzo del Parco Poverelli che faceva da base per lo spaccio, in una fessura è stato rinvenuto un involucro contenente 20 grammi di cocaina.

La donna era a capo dell’organizzazione, mentre il marito, pure sottoposto agli arresti domiciliari, partecipava attivamente alle cessioni ai soggetti che si recavano nella loro abitazione, mentre il figlio Pasquale, ex calciatore del Sorrento, consegnava lo stupefacente recandosi nei luoghi di volta in volta stabiliti, spingendosi sino alla penisola sorrentina dove, in virtù delle conoscenze acquisite, aveva accreditato la sua immagine di pusher. Proprio all’indirizzo del domicilio di Andrea Evacuo, la sera del 15 dicembre 2018, venivano esplosi 12 colpi di pistola contro la veranda esterna dell’abitazione: un proiettile ferì accidentalmente un uomo che si trovava in casa.

L’attività di spaccio era continua. Gli indagati peraltro, utilizzavano l’appartamento di residenza (il cui ingresso è ben protetto da una grata in ferro) come una vera e propria casa dello spaccio.  Le cessioni di droga venivano compiute prevalentemente dai pusher che di volta in volta si alternavano nella conduzione materiale dello spaccio, tutelati da vedette che monitoravano con perlustrazioni e  vigilanza l’intera area, proprio sul viale principale delle Palazzine. Gli spacciatori esaudivano le richieste di stupefacente che ogni singolo acquirente  prenotava contattando direttamente la donna o il marito i quali, raccolti gli ordinativi, ne organizzavano la consegna che variava a seconda delle circostanze o della familiarità dei rapporti maturati con l’acquirente. Le indagini hanno consentito di individuare ogni singolo pusher, vedetta e fiancheggiatore. Inoltre è stato possibile sequestrare la cocaina venduta e segnalare ai Prefetti di Napoli e Salerno ogni singolo acquirente.