L’esposizione dei lavoratori all’amianto ha «un ruolo importante» nell’analisi della mortalità nell’ex sito d’interesse nazionale del Litorale Vesuviano, area in cui ricadono 11 Comuni della provincia a Sud di Napoli (Boscoreale, Boscotrecase, Castellammare di Stabia, Ercolano, Pompei, Portici, San Giorgio a Cremano, Terzigno, Torre Annunziata, Torre del Greco e Trecase) con una popolazione di 440mila persone. È quanto riporta il quinto aggiornamento del rapporto Sentieri, programma avviato dal ministero della Salute per studiare la mortalità delle popolazioni residenti nei Sin, individuando le priorità negli interventi di risanamento ambientale per la prevenzione delle patologie causate da fonti di esposizioni ambientali. In particolare, dal rapporto emergono eccessi in alcune patologie, rispetto alla popolazione regionale, tra gli uomini.

Questo dato conferma il «permanere – si legge – di un impatto sanitario di esposizioni a fibre di amianto in ambiente occupazionale», in particolare nella cantieristica navale, presente nel Comune di Castellammare di Stabia. Nel Sin, la mortalità per patologie legate all’esposizione ad amianto come il tumore del polmone, la pneumoconiosi o il mesotelioma della pleura, rara forma di cancro polmonare, è, rispetto al dato regionale, «in eccesso negli uomini», ovviamente maggiormente impiegati nei cantieri navali rispetto alle donne. A conferma del «permanere di un impatto sanitario di esposizioni a fibre di amianto in ambiente professionale». Inoltre, nel litorale Vesuviano, segnala il rapporto Sentieri, si muore di più che nel resto della Campania per asma, cirrosi e altre malattie croniche del fegato, tumore della vescica e del fegato, epatite virale e, nelle donne, per tumore della mammella e della cervice uterina. Questi eccessi possono essere dovuti «all’esposizione a sostanze emesse da siti di smaltimento incontrollato o non a norma di rifiuti» o associati all’inquinamento dell’aria e all’esposizione a contaminanti in atmosfera rilasciati dalle discariche.