“Bisogna bruciare tutto: Napoli, tutti i napoletani e i loro rifiuti anche perché i napoletani sono un rifiuto del mondo”. È la frase a sfondo razzista raccolta da uno dei tanti gruppi anti-napoletani presenti sul web e comparsa sul display dedicato alle comunicazioni istituzionali all’interno della Tiberina, una fabbrica a Pomigliano d’Arco. L’intenzione del manager plant della Tiberina, azienda metalmeccanica che produce componenti per auto dell’indotto Fiat, era quello di «spronare i lavoratori» a smentire l’autore della frase, presa da un commento apparso sul web, e ad essere «più civili, puliti ed efficienti»: il cartello con la frase razzista era accompagnato dalla scritta «io non ci sto, bisogna reagire».
Ma l’idea, secondo quanto riporta il quotidiano napoletano Il Mattino, non è piaciuta per nulla ai lavoratori che hanno reagito alla provocazione chiedendo il licenziamento del dirigente e bloccando per una notte le attività della fabbrica. Il manager ha respinto le accuse di razzismo giustificando l’idea con la necessità di reagire di fronte a episodi di distrazione sul lavoro e sale ricreative lasciate sporche dagli operai.