Mentre tra i lavoratori aumentano i casi di positività e purtroppo i morti – mercoledì è deceduto a Napoli un lavoratore di Asia, raccolta rifiuti – il comportamento di alcune aziende rischia di incendiare la situazione. Il caso più clamoroso è quello della Dema, azienda dell’aerospaziale che lavora per Leonardo, Boeing e Bombardier con quattro stabilimenti in Campania (Somma Vesuviana e Benevento) e Puglia (due stabilimenti a Brindisi) per un totale di circa 750 dipendenti. Un’azienda in grande difficoltà – è in concordato preventivo e proprio ieri era previsto al Mise la teleconferenza in cui avrebbe dovuto presentare un piano industriale di rilancio – e nessuna produzione indispensabile in questi giorni. Ebbene, dopo un incontro con le Rsu che avevano denunciato la mancanza di mascherine e di sanificazione, arrivando a proclamare lo sciopero, l’azienda guidata da Renato Vaghi ha deciso di affiggere un comunicato nelle bacheche di tutti gli stabilimenti promettendo un premio di 100 euro ai lavoratori che fossero tornati in servizio «per il loro senso di appartenenza».
In realtà fra i lavoratori selezionati e contattati al telefono dall’azienda nello stabilimento più grande di Somma Vesuviana solo una ventina su 360 sono tornati al lavoro. «Si premia chi si obbliga a venire al lavoro, dividendo i lavoratori sui temi della salute e sicurezza – denuncia la Fiom – Non escludiamo iniziative legali di verifica sull’operato dell’azienda in regime di utilizzo di ammortizzatori sociali». L’azienda, da parte sua, nega la ricostruzione, ma la Fiom insiste: «Piuttosto che occuparsi di fare questo strano tipo di beneficenza ai lavoratori che rischiano la salute, la Dema farebbe meglio a fare donazioni alla sanità pubblica», attacca il segretario Fiom di Napoli Rosario Rappa.