Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Eav: Con riferimento ad un articolo de “il fatto vesuviano” pubblicato in rete il giorno 18 aprile scorso, dal titolo “La denuncia di un pendolare: La Circumvesuviana è già in fase 2” ci sembrano doverose alcune puntualizzazioni.
L’ EAV non è affatto in fase 2, ha invece provveduto meticolosamente ad accompagnare tutte le fasi del lockdown con riduzioni programmate, regolamentazioni stringenti per l’utilizzo dei mezzi, comunicazione costante all’utenza.
I treni in circolazione nelle fasce orarie in vigore, espressamente “riservate” al pendolarismo di necessità (lavoratori autorizzati ad uscire) sono quotidianamente santificati con procedure rigorose.
L’invito costante al pubblico, attraverso le nostre campagne, è di non usare i nostri mezzi se non per urgente e comprovata necessità, come previsto, peraltro, dalla specifica normativa vigente.
La maggior parte dei nostri mezzi viaggiano completamente vuoti, infatti abbiamo registrato una riduzione del 90% degli utenti.
Ogni misura per la protezione di viaggiatori e lavoratori è stata messa in atto, tanto è vero che né la Circumvesuviana né le altre reti EAV sono state individuate come luoghi di contagio, tanto meno responsabili di focolai di epidemia.
Non possiamo, purtroppo, ovviare ai rari fenomeni di persistente inosservanza delle regole di circolazione delle persone, se non per la parte di nostra competenza, né effettuare controlli che competono alle forze dell’ordine.
Ci sembra, infine, poco significativo il richiamo ad una sola immagine, riferita ad un solo momento della giornata e inevitabilmente piatta, cioè non sufficiente a rilevare l’effettivo.distanziamento tra le persone, né in grado di stabilire il grado di relazione tra gli utenti accostati.
Sarebbe forse opportuno, in questo difficile momento, evitare inutili allarmismi e verificare con metodo “più scientifico” la veridicità delle fonti, piuttosto che dedurre una mancanza sistemica da un post, certamente in buona fede, di un avventore preoccupato come ciascuno di noi.
Questo rigore lo dovremmo anche alla nobile professione giornalistica e al grande sforzo di tanti lavoratori EAV , i quali continuano a garantire un servizio alla comunità con coraggio e senso del dovere.