Nel provvedimento con il quale rigetta la concessione dei domiciliari a Raffaele Cutolo il magistrato di sorveglianza di Reggio Emilia Cristina Ferrari dà conto del sostegno dato al carcere di Parma dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, con l’invio l’8 maggio scorso di otto operatori socio-sanitari che si occupano anche del boss della camorra, cui sono stati forniti anche un letto dotato di sponde e un materasso antidecubito.
Raffaele Cutolo non ha una malattia di «gravità tale, da potersi formulare una prognosi infausta quoad vitam, e l’ampia documentazione acquisita comprova una situazione detentiva rispettosa della dignità personale». È un passaggio delle motivazioni con cui il magistrato di sorveglianza di Reggio Emilia Cristina Ferrari ha rigettato l’istanza di detenzione domiciliare del boss della camorra. Nel provvedimento si dà conto anche del parere negativo alla concessione del beneficio della Dna e della dda competenti vista la “caratura criminale” del boss.