Condanne in appello per i componenti del gruppo, capeggiato da Giuseppe Buonocore, genero di Franchino Matrone alias “a’ belva”. I fatti riguardano le bombe del racket a Scafati e dintorni. I giudici della Corte d’appello del tribunale di Salerno hanno applicato un lieve sconto di pena solo a Pasquale Panariello (4 anni e 10 mesi) e Giovanni Barbato Crocetta (5 anni). Conferma della sentenza di primo grado per gli altri imputati assistiti. Otto anni di reclusione per Buonocore, che puntava al ruolo di comando del suocero; quattro anni per Antonio Palma di Boscoreale, un anno e 4 mesi per lo scafatese Francesco Berritto e 2 anni per il 70enne Vincenzo Nappo.
Confermate le assoluzioni di Vincenzo Muollo, Elvira Improta, Nicola Patrone, Pasquale Palma e Marcello Panariello. I giudici (presidente Cavalieri) hanno rigettato il ricorso dell’antimafia che aveva chiesto per alcuni imputati pene più severe in virtù dell’aggravante dell’articolo sette e la condanna per quelli assolti. Secondo la Procura, dopo l’uscita dal carcere di Buonocore, gli imputati intendevano far risorgere il marchio dei Matrone, imponendosi negli affari di estorsioni, slot machine e droga.