Il 7 agosto 2019, sulla provinciale 164 all’altezza di San Giuliano, perdeva la vita Cesare Sepe, 34 anni, originario di Carbonara di Nola e residente nel Lodigiano da qualche anno. Il giovane, insegnante di cucina all’istituto Villa Igea di Lodi, ha perso il controllo della Yamaha su cui viaggiava. Poi è uscito di strada, andando a impattare contro il guardrail. A raccontare i fatti è Il Giorno che raccoglie l’appello della famiglia.
La dinamica
Un incidente infatti senza testimoni, secondo le forze dell’ordine intervenute per i rilievi. Ma la vittima ha fatto tutto da sola o c’è stato qualcosa che ha fatto sbandare la moto e ne ha provocato l’uscita di strada? Una domanda che, a 17 mesi dall’accaduto, è rimasta senza risposta. I familiari di Sepe sono convinti che a causarne l’uscita di strada sia stata una manovra azzardata eseguita da un altro veicolo, che poi si è allontanato dal luogo dell’incidente. E attraverso l’avvocato Giovanni Santaniello lanciano un appello per cercare di raccogliere testimonianze e ricostruire l’accaduto.
Un veicolo mai trovato
L’ipotesi è che ci sia stata «una turbativa più che un vero e proprio urto – spiega il legale –: un veicolo che procedeva nella direzione opposta avrebbe invaso la corsia, dove Cesare viaggiava. Abbiamo eseguito dei sopralluoghi, insieme a un consulente di parte, l’ingegner Francesco Rea. Quella frenata di otto metri sull’asfalto lascia presumere che Sepe si sia trovato davanti un ostacolo improvviso e abbia cercato di evitarlo, prima di finire contro il guardrail».
Le informazioni
Fin dal primo giorno i familiari hanno cercato di approfondire l’accaduto, alla ricerca della verità. «Cerchiamo elementi utili a supportare la richiesta di riesaminare il caso – prosegue l’avvocato – la Procura aveva aperto un fascicolo, ma poi ha archiviato. Se qualcuno avesse visto qualcosa, si faccia avanti». Per segnalazioni scrivere a studiolegale.gs@libero.it, riporta sempre Il Giorno.