Il Consiglio dei Ministri ha appena approvato la Riforma dello Sport presentata in autunno dall’ormai ex ministro Vincenzo Spadafora. I cinque Decreti attuativi della Legge 8/8/2019 hanno ottenuto l’approvazione definitiva del Consiglio dei ministri e sono stati convertiti in legge. I capisaldi della riforma saranno: Definizione del ruolo del lavoratore sportivo, a partire dal luglio 2022 anziché da settembre 2021, come inizialmente previsto, con tutele previdenziali e assistenziali. Introduzione della categoria degli “amatori” per soggetti già titolari di rapporti lavorativi; abolizione del vincolo sportivo, con una fase transitoria di cinque anni anziché ex abrupto da luglio 2022.
E ancora introduzione del Registro nazionale delle attività dilettantistiche gestito da Sport e salute. Acquisizione semplificata della personalità giuridica per le ASD e possibilità per le società sportive di assumere qualsiasi forma societaria tra quelle previste dal Libro V del Codice civile e di ridistribuire parzialmente gli utili di gestione. Possibilità per ASD e SSD di assumere la qualifica di enti del terzo settore.
Settore dilettanti stravolto
Un autentico tsunami amministrativo destinato a stravolgere completamente l’organizzazione dello sport dilettantistico in Italia. Dopo settimane di confronti e dibattiti tra favorevoli e contrari, la tanto discussa riforma è arrivata.