Con un decreto della quinta sezione, il Tar della Campania ha rigettato un ricorso presentato da docenti e genitori contro la Regione per chiedere l’annullamento dell’ordinanza che dispone la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado fino al 14 marzo. Nel provvedimento si ricorda la diffusione delle varianti del virus inglese, sudafricana e brasiliana, che sono connotate “da maggiore diffusivita’ nella popolazione. Anche in fasce di eta’ scolare”, circostanza che sta alla base di alcune previsioni contenute nel Dpcm di Mario Draghi, firmato il 2 marzo ma in vigore dal prossimo 6 marzo. Qui contiene la possibilita’ di disporre la sospensione delle attivita’ didattica in presenza nelle aree connotate da alto rischio di diffusione del virus.
L’ordinanza
L’ordinanza di Vincenzo De Luca appare “non irragionevolmente improntata al principio di cautela nel bilanciamento di due interessi come salute ed istruzione. Entrambi di rango costituzionale”, rilevano i giudici, specificando ancora che la Regione e’ tenuta ad agire “in conformita’ alle nuove disposizioni contenute Dpcm”. A farlo in tempo “utile per rendere operativa la nuova regolamentazione a decorrere dall’8 marzo”. Da quella data occorrera’, quindi, una nuova disposizione regionale. L’entrata in vigore del Dpcm causera’ “la sopravvenuta inefficacia delle disposizioni contenute nell’ordinanza regionale. Tra l’altro impugnata per effetto della piena vigenza del nuovo Dpcm” che si sovrappone all’ordinanza.