Continuiamo con la rubrica de ‘L’angolo delle interviste’. Questa settimana ospitiamo il Dott. Umberto Chieriello, ideatore e conduttore sia di Campania Sport, rotocalco settimanale di informazione e critica sportiva da molti anni, circa 30, in diretta su Napoli Canale 21 la domenica sera in prima serata, che del suo blog Rispetta lo Sport. Da sempre, appassionato di calcio, di sport in generale e di radio. Conduce, difatti, insieme a Marco Giordano ed Alessandro Montano, Punto Nuovo Sport Show, uno spazio dedicato alla serie A. Abbiamo chiesto al Dott. Chiariello la sua opinione in merito alla SuperLeague, del motivo per i quale i giovani sono sempre meno interessati al calcio ed infine, a dove potrebbe arrivare il Napoli a fine campionato.
— L’INTERVISTA —
Dott.Chiariello, cosa ne pensa di quanto accaduto con la questione SuperLeague? Si aspettava, poi, svanisse cosi’ in due giorni per mano delle inglesi?
“Partiamo dalla fine. Sono davvero stupefatto che dirigenti cosi’ importanti che hanno progettato questa operazione sicuramente da tempo col supporto di staff di legali, commercialisti ed economisti non abbiano previsto reazioni forti e soprattutto che si spaventassero cosi’ tanto da fare subito marcia indietro nonostante sicuramente hanno firmato un contratto con penali per chi abbandona l’associazione.
Ed infatti il Presidente del Real Madrid, che non intende fermarsi, lo ha ricordato.
Della Superleague ne penso al tempo stesso tutto il male possibile ed anche tutto il bene possibile. Puo’ sorprendere questa mia affermazione, ma in realta’ e’ proprio cosi’: una manifestazione sportiva che non preveda il merito sportivo non ha ragione di essere, e’ come reintrodurre il feudalesimo dopo il capitalismo selvaggio da loro stessi alimentato. Una restaurazione, una sorta di Congresso di Vienna. Ma al tempo stesso e’ un’evoluzione a mio giudizio imprescindibile e necessaria a patto pero’ che contempli il merito sportivo.
Bastava far tesoro della Eurolega di Basket dove gli stakeholders (i soci fondatori) non hanno diritto di partecipare per diritto divino ma c’e’ un sistema di valutazione dei risultati sportivi per cui un socio fondatore come la Virtus Bologna ne e’ fuori ed altri club che hanno fatto bene sono subentrati.
E’ un dato di fatto che la Champions e le altre coppe europee, specie con la nuova riforma, non funzionano e Ceferin e’ tutt’altro che Robin Hood (l’unico che in tempi di pandemia e di perdite ingenti per i club si e’ raddoppiato lo stipendio gia’ milionario) ma un ottuso burocrate che esercita un potere rafforzato dagli interventi populisti dei Boris Johnson di turno. Il calcio ha una visibilita’ mondiale non inferiore al Superbowl o altri eventi similari tipo F1, NBA, etc., anzi. ma ne incamera in termini di diritti un decimo, ed una Superleague avrebbe triplicato i ricavi dei club ricchi ma indebitati, che pero’ sono quelli che reggono il sistema (e’ a loro che gli altri club vendono i migliori per sopravvivere e prosperare, ma devono avere i soldi per comprare).
Certo, il divario aumenterebbe ma, tanto cosa cambia? Sono 17 anni (da Mourinho ed il suo Porto del 2004) che vincono quelle del club dei 15, negli ultimi 20 anni sono 65 su 80 (oltre l’80%) le semifinaliste di Champions League da loro espresse. E nei campionati nazionali vincono solo loro. In Italia l’ultimo dei Mohicani e’ stato Francesco Totti nel 2001, poi più nessuno.
Una Superlega col merito sportivo introdotto sarebbe uno spettacolo attrattivo, attraente e spettacolare che rilancerebbe il calcio.
Con un sistema di retrocessioni e promozioni come un super campionato d’Europa per club.
Al di la’ dei facili populismi.
Insomma, un’occasione sprecata”.
Come giustifica la partecipazione delle tre italiane alla SuperLeague? Si parlava di un ipotetico ( poi tramontato ) contatto della JB Morgan con ADL. Come ci avrebbe visto il Napoli?
“Il Napoli e’ stato giustamente alla finestra e condivido la posizione attendista e non colpevolista di De Laurentiis. Avessero corretto la formula con l’introduzione del merito, il Napoli avrebbe potuto ricevere un invito (Zazzaroni me lo garantisce che il contatto con JP Morgan c’e’ stato aldila’ dei cinguettii di smentita).
Sarebbe stato un gran colpo per il Napoli entrare nell’élite del calcio europeo e finalmente avrebbe potuto competere anche per vincere il campionato.
La gente non ha capito che la Superleague non attaccava i tornei nazionali ma quelli della Uefa.
I tornei nazionali, se veramente si vuol parlare di redistribuzione e competitivita’, andrebbero tutti uniformati a livello europeo a 16 squadre con playoff e playout a 8 squadre cadauna, cosi’ nessuna resta senza obiettivi fino alla fine e tutte possono salvarsi o vincere fino alla fine.
D’altronde il grande Napoli di Maradona vinse in un torneo a 16 squadre e le Nazionali racchiuse a livello mondiale coordinate dalla Fifa in finestre fisse tipo Natale e giugno.”
Mettiamoci nell’ipotesi che la motivazione principale, tale per la quale abbia spinto le 12 squadre a partecipare, fosse legata all’innovazione, come dichiarato anche da Agnelli:”Uno dei problemi che ha spinto a questo gesto e’ sicuramente legato allo scarso appeal che il calcio attualmente ha tra i giovani. Il 40% dei ragazzi tra i 15 ed i 24 anni, non prova interesse per il calcio. Il 10% affascinato dal singolo calciatore e non dal club”.
“Lo spostamento del calcio su streaming riavvicinera’ i giovani al calcio, perche’ la fruizione degli eventi per i giovani e’ sui moderni device tipo smartphone o tablet e non la tv che guardano pochissimo cosi’ come leggono pochissimo i giornali ma seguono i siti. Una Superleague su Dazn incontrerebbe l’interesse dei giovani (ed infatti alle spalle pare ci fosse pure il tycoon russo di Dazn)”.
A tal proposito, perche’ i giovani sono sempre meno interessati al calcio?
“Perché sono la generazione del fast, del consumo veloce: articoli brevi e clip. La Tv li annoia”.
Direttore, spostiamoci ora in casa Napoli. Secondo Lei, riuscirà la squadra azzurra ad agguantare il quarto posto?
“Ha buone possibilita’ specie ora che il Milan mostra segni di cedimento. Non credo sia agguantabile l’Atalanta, che però a Roma con Muriel a porta vuota ha sprecato un match-point.
Ma Juve e Milan sono alla portata di questo Napoli, che finalmente sta dispiegando tutte le sue potenzialita’ e fa salire il rammarico per quello che poteva essere e non e’ stato, sia per errori di Gattuso sia per evidenti problemi di assenze specie in attacco che hanno pesato forse piu’ degli errori del tecnico (in questo faccio parziale autocritica, visto che sono stato molto duro con lui, che continuo a non preferirlo per la sua concezione di calcio, ma che ha anche indubbi meriti specie rispetto alla coesione del gruppo ed a non aver mollato dopo il terribile febbraio).”
Gattuso lascera’ la corte napoletana? Se si, chi preferirebbe per la panchina azzurra?
“Sarri senza dubbio, e’ un ritorno che mi affascina.
Un allenatore straniero ma che conosce l’Italia come Galtier (che ha lanciato Osimhen e sta spopolando in Francia, parla italiano e ha giocato in Italia) o Fonseca, che reputo bravo e sottovalutato.
Mi affascina De Zerbi, gia’ 150 panchine in A e buona personalita’ anche se fa una fase difensiva un po’ preoccupante, meno Italiano (che e’ bravo ma acerbo a certi livelli) ed ancor meno Dionisi che sta vincendo ad Empoli ma e’ un esordiente.
Mi lascia perplesso Spalletti, che stimo molto come tecnico, ma che caratterialmente a Napoli puo’ essere uno tsunami, avverso ed avversero’ sempre Allegri. Sicuramente bravo Juric lo e’, ma non mi convince il suo gioco alla Gasp che con l’organico del Napoli a mio giudizio mal si adatta.
Ma attenti a Gattuso: potrebbe alla fine essere la grande sorpresa. E se se lo merita sul campo, avendo la squadra dalla sua parte, e’ giusto ricomporre la frattura. Lo dico proprio io, sissignori. Perche’ l’obiettivita’ deve sempre prevalere sulle opinioni personali.
E se lui fa bene e merita, saro’ il primo a fare ammenda e dire: chapeau.
Sara’ pure uno schifo questa Champions di Ceferin, ma la musichetta al Maradona val bene una brutta figura personale.
Perche’ io a tifare contro il Napoli non ce la faccio proprio.
Preferisco le parolacce della gente sui social.
Tanto, ci sono abituato.”
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