Ricordate i 100 euro in più in busta paga introdotti dal Decreto Renzi del 2014? La misura, diventata strutturale con la Legge di Bilancio del 2015, prevedeva in realtà inizialmente un contributo economico di 80 euro per i lavoratori dipendenti, che poi negli anni successivi è salito a 100 euro, ed era riservata ai contribuenti con un reddito complessivo non eccedente i 28.000 euro. Con la nuova Legge di Bilancio del 2022 sono introdotte modifiche anche al Bonus Renzi in questione.
Ecco cosa cambia, punto per punto:
L’ex Bonus Renzi si concretizza in un credito d’imposta (detto anche “trattamento integrativo”) pari a 1.200 euro netti annui (100 euro medi mensili) riconosciuti in via automatica dal sostituto d’imposta in busta paga.

L’integrazione dei 100 euro mensili continuerà ad essere riconosciuta ai lavoratori dipendenti con redditi fino a 15.000 euro.

per quanto riguarda i dipendenti con redditi compresi fra i 15.000 e i 28.000 euro, il bonus potrebbe non essere più incluso nella busta paga. Oppure essere incluso in misura ridotta se altre detrazioni. Familiari a carico, lavoro dipendente, mutuo prima casa e lavori edilizi superano l’imposta lorda dovuta.

In altre parole, il bonus è riconosciuto a patto che l’imposta lorda. Calcolata applicando al reddito complessivo i vari scaglioni IRPEF. Anch’essi oggetto di modifica da parte della Manovra sia inferiore alla somma delle detrazioni citate fra parentesi.

-Il bonus non sarà tuttavia riconosciuto in misura “piena” pari a 1.200 euro netti annui (come avverrà, appunto, per chi ha un reddito complessivo fino a 15.000 euro) ma sarà “determinato in misura pari alla differenza tra la somma delle detrazioni ivi elencate e l’imposta lorda”.