Accusato di essere uno degli esattori del clan Gionta, il Riesame annulla l’ordinanza e scarcera lo storico affiliato dei “valentini”, ferito in un agguato a settembre. È tornato in libertà Michele Guarro, 57 anni, alias “batti le manine”. Il pluripregiudicato di Torre Annunziata era finito in manette a fine novembre nell’ambito dell’ultimo blitz anticamorra contro il clan Gionta. Accusato di avere riorganizzato il giro di estorsioni per conto dei Gionta. Guarro si è rivolto al Riesame e, difeso dagli avvocati Roberto Cuomo e Antonio Usiello, ha ottenuto l’annullamento della misura cautelare. In sede di discussione, i suoi legali hanno contestato una carenza di elementi indiziari nei confronti del loro assistito. Tesi che ha convinto i giudici della libertà che lo hanno scarcerato.

Lo scorso 11 settembre, Michele Guarro era sopravvissuto ad un agguato, poche ore prima che il clan Gionta decidesse di uccidere il 35enne Francesco Immobile. Affiliato al clan Gionta, con condanna scontata per intero in carcere, Guarro era scampato alla morte. Chi ha sparato l’ha colpito al gluteo e non è riuscito ad infliggergli il colpo di grazia. Secondo gli investigatori, Guarro potrebbe essere sfuggito ad un agguato mortale. Avevano mirato all’addome ed ha provato ad ammazzarlo, ma ha fallito di poche decine di centimetri il bersaglio. Pluripregiudicato, ritenuto tra i fedelissimi del clan Gionta, negli ambienti di camorra Michele Guarro è soprannominato “batti le manine” ed aveva finito di scontare una condanna definitiva per estorsione aggravata dal metodo mafioso.