Morsa alla schiena dal “ragno violino”. Era il settembre scorso. Sembrava niente, un po’ di rossore e del prurito. L’altra sera, Cristina Calzoni, 46 anni, di Gabicce mare, si è accasciata a terra ed è morta sotto gli occhi del compagno, Gilberto Del Chierico, che ha cercato di praticarle un disperato e inutile massaggio cardiaco. Ha poi chiamato il 118, e all’arrivo dell’ambulanza, intorno alle 22, i sanitari hanno trovato la donna stesa a terra sul pavimento della camera, il corpo già freddo, con accanto sul tavolo alcuni flaconi semivuoti di medicinali, prevalentemente antidolorifici.

Di fronte a questa situazione, i sanitari del 118 hanno chiamato i carabinieri per sincerarsi su ciò che fosse successo. Da un punto di vista della causa, non sembrano esserci molti dubbi. La morte è naturale ma c’è da accertare se possa essere procurata da un sovradosaggio di farmaci che sono prescritti dietro puntuale ricetta medica perché potenzialmente pericolosi.
Il compagno
Da quanto si è appreso, il compagno ha raccontato agli inquirenti ma anche ai tanti amici della coppia che cercavano di capire il perché dell’improvvisa morte della donna, del doppio morso del “ragno violino”. Il primo ci sarebbe stato a settembre, in un gattile sul San Bartolo dove Cristina Calzoni era solita andare per dare da mangiare ai gatti randagi. In quell’occasione, si sarebbe accorta di esser stata punta o morsa da un ragno violino, che può diventare pericoloso per qualcuno. Ma lì per lì non sembrava nulla di preoccupante. Qualche giorno di fastidio alla schiena, che le pomate hanno fatto passare.

Ma purtroppo, secondo quanto testimoniato dal compagno, Cristina è tornata in quel gattile anche a novembre ed è stata punta di nuovo alla schiena mentre stava dando da mangiare ai gatti. Se n’è accorta in fretta ma ha pensato che sarebbe bastata qualche pomata o farmaco specifico per superare il problema dell’arrossamento. Invece non è stato così.

Il dolore alla schiena sempre più pungente avrebbe costretto la 46enne a rivolgersi ad un centro specializzato antiveleni di Bologna e ovviamente al suo medico curante per delle prescrizioni e terapie antidolore con dosaggi maggiori seppur considerati tollerabili.

Ma l’altra sera Cristina è morta tra le braccia del compagno. La procura non ha disposto l’autopsia, ma solo un accertamento esterno del corpo da parte di Asur.