È imminente la firma del Cis Terra dei Fuochi, dove Cis sta per Contratto istituzionale di sviluppo una delle non poche sigle che caratterizzano forme di promozione territoriale concertata fra centro e periferia. Ad annunciarlo è Mara Carfagna, ministra per il Sud e la Coesione territoriale. In risposta a una interrogazione parlamentare a Montecitorio sugli utilizzi del Fondo sviluppo e coesione. «È in dirittura d’arrivo – ha detto Carfagna – la stipula del Contratto istituzionale di sviluppo per la Terra dei Fuochi. Finanzieremo per circa 200 milioni».

Altri dettagli ufficiali non ci sono. Ma secondo fonti vicine al dossier nel definire il perimetro del Cis Terra di Fuochi si è assistito a una spinta per l’estensione dell’area. Soprattutto in provincia di Caserta, per cui l’elenco dei Comuni è aumentato di una ventina di municipi. Fino a raggiungere quota 61, superando il milione di persone, di cui un terzo nella Città metropolitana di Napoli e la larga parte nel Casertano. Scopo del Cis non è intervenire nelle complessa partita delle bonifiche. Bensì nel promuovere iniziative coordinate di sviluppo, promosse dai territori e finanziate nell’ambito del Fondo sviluppo e coesione.

Entro febbraio peraltro altri Cis dovrebbero essere firmati tra il ministero della Coesione nell’area Vesuvio-Pompei-Napoli-Est e in Calabria e che si aggiungeranno ai sei già attivi per la valorizzazione di specifici territori: Matera, Taranto, Foggia, Molise, Ventotene, Cratere sismico del 2016, quello che colpì Amatrice e una vasta zona del Centro Italia.