La guerra in Ucraina non ha ripercussioni solo sul settore energetico. Non provoca solo un aumento delle bollette: a lievitare saranno anche i prezzi di pane, pasta, farina e biscotti. A lanciare l’allarme è il Cai, Consorzi Agrari d’Italia, che evidenzia come il costo del mais sia già aumentato del 3,5%, quello del grano tenero del 2,5%, la soia dell’1,5%. Così come è aumentato il costo di tutti i cereali. Sono i prezzi più alti negli ultimi nove anni.

La rotta del pane e di tutti i cereali, compreso il mais utilizzato per i mangimi negli allevamenti animali, si è fatta decisamente complicata. Non che le cose prima della guerra andassero meglio visto che dal 2021 era già scattato unrobusto aumento dei prezzi per effetto del rincaro delle materie prime anche nell’agroalimentare, solo in parte tamponato da misure di contenimento dei prezzi del trasporto. Ma ora lo scenario fa decisamente più paura: «Nel giro di poche settimane l’approvvigionamento della filiera agroalimentare al consumo può diventare impossibile», sostengono i produttori.

A essere colpito, però, è anche tutto il “Made in Italy”: agroalimentare in testa e poi moda, arredamento, settore farmaceutico e turismo. In ballo, secondo il Cai, c’è un volume di affari di circa 21 milioni di euro tra imprese italiane e russe. Coldiretti e Confagricoltura hanno lanciato l’sos pane, con i prezzi del grano al top da 9 anni. L’Italia importa il 64% del grano e il 53% del mais per il mangime del bestiame. L’Ucraina è il nostro secondo fornitore di mais con una quota del 20%, la Russia è il primo fornitore mondiale di grano. I costi delle semine sono già raddoppiati. Triplicati quelli dei mezzi agricoli e dei fitosanitari.