I venti di guerra Russa-Ucraina pesano non solo sui prezzi del gas e dell’energia, ma gonfiano anche i costi dei cibi più popolari, la pasta e il pane. Da quel fronte di crisi parte, infatti, un terzo dell’export mondiale di grano. Una eventuale invasione russa del Paese vicino sconvolgerebbe non solo il mercato energetico. Ma anche quello dei cereali e delle materie prime agricole con effetti sui prezzi e sugli approvvigionamenti. Oltre al rischio concreto di carestie e tensioni sociali. Ne è convinta Coldiretti, che ieri ha lanciato un accorato grido d’allarme. I prezzi del grano sono saliti a gennaio del 12,5%, dopo il più 80% nel 2021 delle semole di frumento dovuto ai rincari di energia e gas.
«La Russia – sottolinea l’associazione presieduta da Ettore Prandini – è il principale Paese esportatore di grano a livello mondiale mentre l’Ucraina si colloca al terzo posto e contemporaneamente è al quinto posto nel mondo (con 36 milioni di tonnellate) per la produzione di mais per l’alimentazione animale e settima (25 milioni di tonnellate) nella produzione di grano tenero per il pane».