La Russia ha minacciato di interrompere le forniture di gas all’Europa attraverso il Nord Stream 1, il gasdotto che collega Mosca alla Germania, sulla scia delle ipotizzate sanzioni contro il petrolio russo. La tensione causata dalla guerra in Ucraina rischia così di travolgere anche il settore energetico, finora essenzialmente escluso dalle sanzioni occidentali. Cosa accadrebbe in Italia se davvero si fermasse la fornitura di gas dalla Russia? A questo domanda ha provato a rispondere la Fondazione Eni-Enrico Mattei, con uno studio pubblicato dal Corriere della Sera. Secondo l’analisi lo stop all’importazione dalla Russia “è un’eventualità da scongiurare con forza” perché costringerebbe l’Italia a imporre un razionamento del gas.
Il Lazio ed il Comune di Roma si stanno già muovendo. Il governatore Zingaretti ha parlato di un Piano. Intanto ha chiesto a tutti di consumare meno possibile. Il sindaco Roberto Gualtieri vedrà Acea per ridurre i consumi, mentre Terna ha fatto partire ricognizioni in tutta Italia.
La Fondazione ricorda che l’Italia consuma mediamente più di 70 miliardi di metri cubi di gas, di cui circa il 40% viene comprato dalla Russia. Nel 2021 da Mosca abbiamo ricevuto 28,8 miliardi di metri cubi. Considerando di aumentare l’importazione di gas da altri Paesi come Algeria e Libia e di ricevere quanto più possibile gas naturale liquefatto, l’Italia potrebbe disporre nei prossimi tredici mesi di 58,4 miliardi di metri cubi di gas: quasi il 75% della domanda del 2021.