Per dei beni, come la benzina, il cui prezzo continuerà a salire, ce ne sono altri che invece potrebbero presto mancare. Colpa del conflitto tra Russia e Ucraina. Le conseguenze saranno anche nel settore del cibo, con diversi prodotti che potrebbero sparire dai supermercati. Sia a causa delle materie prime che arrivano dai quei Paesi sia per il rincaro energetico e della benzina e le conseguenti proteste, anche dei trasportatori. Il settore sotto osservazione è quello dell’agroalimentare. Secondo l’Assitol (Associazione italiana dell’industria olearia), le scorte di olio estratto dai semi di girasole potrebbero finire entro la fine del mese.
Un problema che ricadrebbe su molti prodotti che vengono lavorati con l’olio di semi di girasole, tra cui biscotti, condimenti, conserve, sughi e in alcuni casi anche la pasta. Circa il 60% della produzione mondiale di olio di girasole arriva da Russia e Ucraina. Ora la chiusura di porti come quelli di Odessa e Mariupol ha ovviamente stoppato gli scambi con l’Europa.
Cereali
Il 20% delle importazioni nell’Ue di grano, compresa l’Italia, arriva dall’Ucraina. Ma a riguardare il nostro Paese sarà in generale il problema cereali (tra cui anche il mais) che così rischierebbero di non arrivare più. E con loro anche segale, miglio, sale, zucchero e carne che non potranno uscire più dall’Ucraina fino alla fine del 2022, secondo Reuters. Per questi ultimi però le conseguenze sarebbero diverse, cioè l’aumento dei prezzi delle scorte disponibili e solo in un secondo momento l’esaurimento. Specialmente se non si dovessero trovare Paesi in grado di esportarne altrettanto.