Le drammatiche notizie provenienti dall’Ucraina, dove nei giorni scorsi si sarebbe sfiorato il disastro nucleare per via di combattimenti nei pressi della centrale più grande d’Europa, ha fatto scattare l’allarme in tutto il mondo. Ovviamente si tratta di un allarme preventivo su un pericolo che al momento non esiste. Anche l’Italia è al lavoro su questo fronte. La bozza del nuovo Piano nazionale per la gestione delle emergenze radiologiche e nucleare prevede tutta una serie di misure. Dal «riparo al chiuso» alla «iodioprofilassi» fino al controllo della filiera produttiva. Nella bozza, firmata dal capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, si legge che l’indicazione alla popolazione è quella «di restare nelle abitazioni, con porte e finestre chiuse e i sistemi di ventilazione o condizionamento spenti, per brevi periodi di tempo. Con un limite massimo ragionevolmente posto a due giorni».
Nelle aree interessate scatterebbero anche altre misure come il «blocco cautelativo del consumo di alimenti e mangimi prodotti localmente (verdure fresche, frutta, carne, latte)». C’è poi anche la iodioprofilassi per la protezione della tiroide, «inibendo o riducendo l’assorbimento di iodio radioattivo, nei gruppi sensibili della popolazione». Niente allarmismi: «Solo in caso di una reale emergenza nucleare, al momento inesistente nel nostro Paese, sarà la Protezione Civile a dare precise indicazioni». Chiosa così l’Istituto superiore di sanità, che invita a non usare farmaci “fai da te”.