A marzo si sono contati 4,8 milioni destinati ai nuclei familiari a cui è giunto l’Assegno unico e universale. Ciò significa ad altrettanti figli a carico di queste stesse famiglie. Sappiamo come i richiedenti sono inseriti all’interno della misura di sostegno in tornate differenti, perché non tutti gli aventi diritto hanno presentato la domanda entro il 28 febbraio. Questo disallineamento non è stato “nocivo” all’erogazione, ma ha comportano tempi diversi di pagamento e di alternanza tra le tranche.

C’è chi, quindi, ha atteso la prima tranche alle porte del mese di aprile. Ciò però non è dovuto solo alla tardiva acquisizione della domanda da parte dell’Inps ma pure alle differite presentazioni della comunicazione ISEE, senza che peraltro che siano mancate errate presentazioni della domanda; l’Ente di Previdenza ha pertanto programmato il pagamento degli arretrati o anche al recupero delle somme percepite non dovute.

L’INPS è al lavoro sul calcolo dei conguagli mentre sarà una decisione spettante ai nuclei familiari quella di ricevere o pagare le somme ogni mese oppure dilazionare l’impegno ogni quattro mesi, tra le scadenze di giugno, settembre e dicembre. La variabile che influenza lo svolgimento di quanto da restituire o avere è data dal reddito ISEE comunicato; nel dettaglio, il suo tempo di presentazione, completamente sconnesso dalla domanda per l’AUU.

In genere, la comunicazione è avvenuta in un secondo momento, quindi dopo la richiesta che nel frattempo si è tramutata nell’erogazione della prima tranche. Quest’ultima è stata stimata dell’importo dell’assegno base, e dovrà pertanto far seguito l’aggiustare secondo la situazione familiare data esattamente dall’Indicatore economico familiare. Nell’attesa di ricevere le ricevere le opportune indicazioni, l’INPS elargirà l’importo minimo di 50 euro per ogni figlio a carico.