Sono finite al vaglio dell’Inps circa 22 mila domande per l’assegno unico per i figli. Per le quote a favore dei ragazzi con più di 18 anni di età, l’istituto di previdenza ha richiesto della documentazione aggiuntiva per verificare la presenza dei requisiti necessari a ottenere il beneficio. Stretta quindi sui “furbetti” che tentano di avere il bonus senza averne diritto, un po’ come già accaduto con il Reddito di cittadinanza. Il grosso delle domande, proprio per evitare abusi, è trattato invece in modo automatizzato.

Da gennaio fino al 20 aprile sono arrivate all’Inps circa 4,5 milioni domande per oltre 7,2 milioni di figli. Fino al 30 giugno sarà comunque possibile inoltrare la domanda con il riconoscimento di tutti gli arretrati, calcolati a partire dal mese di marzo. Dopo questa data la prestazione di sostegno al reddito decorrerà dal mese successivo a quello di presentazione della richiesta. La stretta, va detto, riguarda una minoranza dei richiedenti, ma è comunque importante per dare un segnale a chi prova a frodare, aggirando le norme.

I nuclei familiari con figli maggiorenni a carico con un’età compresa tra i 18 e i 21 anni hanno diritto all’aiuto a patto che sussista una delle seguenti condizioni. Il figlio maggiorenne per il quale è richiesto l’assegno unico deve frequentare un corso di formazione scolastica o professionale, ovvero un corso di laurea; svolgere un tirocinio o un’attività lavorativa, con un reddito complessivo inferiore a 8 mila euro annui; essere registrato come disoccupato e in cerca di un lavoro; prestare servizio civile universale. Lo ha ribadito l’Inps nel messaggio 1714 del 20 aprile.

Fonte Il Mattino