Espulso dall’Arma dei carabinieri a causa di una vecchia condanna per atti sessuali con minorenne risalenti a piu’ di dieci anni prima. Un militare che operava in una stazione del Vco, e che aveva valutazioni “eccellenti” da parte dei superiori, è messo in congedo dal Comando generale. Un provvedimento, risalente al giugno dello scorso anno, confermato dal Tar del Piemonte. Il militare si era arruolato nel 2004 come allievo ausiliario e dopo l’addestramento era stato destinato in Campania. Al termine della “ferma di leva” era rimasto nell’Arma. Non potendo essere ammesso al servizio permanente, in quanto sotto processo, aveva chiesto il prolungamento della “ferma” in base alla legge (del 1989) in vigore a quell’epoca. Nel 2015, a Napoli, finì assolto dall’accusa di violenza sessuale ma condannato a un anno per atti sessuali con minorenne.
Nel 2019 il Comando Legione Piemonte decise di non esercitare l’azione disciplinare perche’ “il fatto era avvenuto prima del suo arruolamento, in localita’ lontana dall’attuale sede di servizio”. Inoltre “la notorieta’ dell’accaduto era rimasta confinata in quell’ambito e l’interessato, valutato eccellente, non aveva precedenti disciplinari”. Ancora nel 2020 il militare chiese di essere ammesso in servizio permanente allegando i pareri favorevoli della scala gerarchica. Ma il Comando generale ordino’ la messa in congedo. Il punto, secondo i giudici, e’ che “nel caso di procedimento penale, la stabilizzazione del rapporto militare e’ consentita solo ed esclusivamente in caso di esito dello stesso favorevole al militare”. Invece dopo una condanna (per delitto non colposo) l’Amministrazione non ha piu’ potere discrezionale.