Il bollettino è solo la punta dell’iceberg. Migliaia di positivi sommersi sfuggono alle statistiche ufficiali e il virus continua a correre. È la situazione descritta dal virologo Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit). Punta il dito contro gli autotest e la “stanchezza della pandemia” che affligge gli italiani. In molti non fanno il tampone anche se hanno sintomi, o se sono positivi dopo il test fatto in casa non lo dichiarano.

«È evidente che ci sono migliaia di casi Covid sommersi, non diagnosticati e che non sono registrati nel bollettino quotidiano ufficiale. C’è una circolazione molto più ampia rispetto al report» ha scritto il medico «Non credo sia un problema solo italiano ma anche di altri Paesi. È probabile che dietro questo fenomeno ci sia una stanchezza generale rispetto alla pandemia e la percezione dell’inutilità, oggi, di una diagnosi certa, e poi anche la diffusione dei test di autodiagnosi. È passato il messaggio che il Sars-CoV-2 è diventata una influenza e quindi non serve verificare se si è positivi o meno». Andreoni riprende e cita l’opinione di un altro virologo, Massimo Galli, che su Twitter ha scritto che «da noi i casi reali che non vengono contati sono moltissimi, troppi».