Nel 2020, anno dell’inizio della pandemia, cala di un punto percentuale il reddito medio dichiarato dagli italiani. Diminuisce anche il giro d’affari che alimenta l’Iva. Il Paese è spaccato tra Nord e Sud, mentre gli autonomi dichiarano oltre il doppio dei dipendenti e i pensionati dichiarano pochissimo. In pochi, solo il 4%, affermano di avere un reddito oltre 70mila euro. È il quadro fornito dalla rilevazione del Ministero dell’Economia sul difficile anno del 2020. Uno scenario destinato ad aggravarsi negli anni successivi quando agli effetti del Covid sull’economia italiana di sommeranno quelli della guerra in Ucraina.

Nel 2020 il reddito complessivo totale dichiarato ammonta a oltre 865,1 miliardi di euro (-19,4 miliardi rispetto all’anno precedente) per un valore medio di 21.570 euro, in calo dell’1,1% rispetto al reddito medio indicato l’anno precedente nelle dichiarazione dei redditi. L’analisi territoriale registra la consueta frattura tra il Nord ed il sud del Paese. La regione con reddito medio complessivo più elevato è la Lombardia (25.330 euro), seguita dalla Provincia Autonoma di Bolzano (24.770),  mentre la Calabria presenta il reddito medio più basso (15.630 euro).