li annunci non bastano. La notizia dei 200 euro in busta paga – una tantum – per una grossa fetta di lavoratori piace. E, come ovvio, piace l’idea di potere usufruire di una serie di aiuti visto il momento particolarmente difficile sotto l’aspetto economico per famiglie, imprese ed enti locali. Però oltre ai buoni propositi servono certezze: quando sarà erogato il bonus? Come? Con quali fondi? E gli altri aiuti? Che forma avranno? A queste domande deve rispondere il Governo e deve farlo in tempi brevi. Così il dl aiuti licenziato dal Consiglio dei ministri solo lunedì scorso torna già al vaglio dell’Esecutivo (nuova riuione del Consiglio alle 17,30, ndr)  per quelli che vengono definiti “aggiustamenti tecnici”. Nel testo approvato lunedì sera, la norma che introduce il bonus non era stata ancora messa nero su bianco. La stesura è in corso.
Chi resta escluso
Secondo quanto si apprende, il Governo vorrebbe escludere coloro che percepiscono il reddito di cittadinanza dal beneficio che invece sarà elargito anche ai lavoratori autonomi e ai disoccupati. E qui la prima grana. Secondo quanto apprende l’Adnkronos, già il ministro del Lavoro Andrea Orlando e il capodelegazione del M5S al Governo Stefano Patuanelli, hanno chiesto al premier Mario Draghi che il bonus di 200 euro vada anche a chi percepisce il reddito di cittadinanza.

Tutti concordi invece nel dire che il bonus non si applicherà ai rapporti di lavoro domestico. I datori di lavoro, dei settori pubblico e privato, riconosceranno il bonus in via automatica e verificheranno in sede di conguaglio se effettivamente spetta al dipendente oppure no, procedendo eventualmente al recupero dell’importo.