Assegno unico universale, c’è ancora tempo per fare la domanda senza perdere gli arretrati. Dallo scorso gennaio è possibile presentare all’Inps la domanda per avere il beneficio previsto dal marzo di quest’anno per dipendenti, lavoratori autonomi, pensionati e disoccupati con figli e destinato a sostituire praticamente tutte le altre misure di sostegno alla natalità (salvo il bonus per l’asilo nido che continuerà invece ad essere erogato senza limitazioni).

L’obiettivo del nuovo aiuto, che per il sistema italiano è una rivoluzione, ha l’obiettivo di riordinare e razionalizzare tutti i sostegni esistenti finora aggiunti e accumulati nel corso degli anni. Benefici che in certi casi, come quello delle detrazioni, non raggiungevano le famiglie con redditi molto bassi.

A chi spetta

Tutti i cittadini italiani o europei o con permesso di soggiorno, residenti in Italia da almeno due anni, potranno presentare richiesta all’Inps per ottenere l’assegno. I soldi sono stati versati a chi ha fatto richiesta a partire dallo scorso marzo. Si ha diritto al beneficio per ogni figlio a carico dal settimo mese di gravidanza e fino a 21 anni (senza limiti di età per i disabili).

Quanto spetta

L’importo che verrà erogato dipende dal reddito e varia fra 175 e 50 euro a figlio al mese. Quindi fra 2.100 e 600 euro all’anno. Sono previste maggiorazioni per le mamme con meno di 21 anni, per i genitori entrambi lavoratori e per le famiglie con almeno tre figli. Per stabilire la cifra precisa dell’assegno si fa riferimento all’Isee (Indicatore della situazione economica equivalente). L’importo massimo andrà a chi ha un Isee inferiore a 15.000 euro, quello minimo a chi si trova sopra la soglia dei 40.000 euro. Se non si presenta l’indicatore o se il parametro è superiore a 40mila euro, si ha diritto al minimo previsto di 50 euro al mese.