Il 2022 è un anno di riforme e cambiamenti specie per ciò che riguarda la circolazione del denaro. Sono cambiati stipendi, pensioni, strumenti di sostegno ai più deboli, imposte sul reddito. Sta cambiando, ne frattempo, anche il costo della vita con l’inflazione che aumenta da un anno.

Contestualmente alle riforme nel 2022 è l’anno anche di diversi rinnovi di contratti di lavoro di categoria. Solitamente in Italia non c’è l’abitudine a rinnovare i contratti collettivi alla scadenza prevista. Spesso e volentieri non si trova l’accordo tra le parti in causa, governo di turno e sindacati.

L’attuale esecutivo ha dato, però, seguito al rinnovo di diversi contratti collettivi. Tra questi c’è il rinnovo del contratto degli statali del comparto Funzioni centrali. Sono previsti aumenti lordi che vanno da un minimo di 85 euro a un massimo di 117 euro al mese. A costoro, poi, sono previsti anche gli arretrati che vanno da 970 euro a 1800 euro.

Infatti, il contratto del comparto è scaduto già da qualche anno. Per questo motivo i rappresentanti di categoria hanno chiesto e ottenuto gli arretrati relativi alle mensilità del periodo in cui il contratto era ancora privo di rinnovo. I dipendenti pubblici coinvolti sono circa 225.000.

Il nuovo contratto riguarda il triennio 2019-2021. Per questo motivo vengono riconosciuti gli arretrati.  Ha mostrato soddisfazione per l’aumento accordato e per gli arretrati il ministro della funzione pubblica Brunetta: “Una boccata d’ossigeno per i lavoratori, in un momento caratterizzato da un generalizzato aumento dei prezzi” ha dichiarato il ministro.

Fonte consumatore.com