Nel nostro Paese ogni settore lavorativo si basa su un contratto collettivo nazionale di lavoro, ovvero il CCNL. Si tratta di un tipo di contratto di lavoro stipulato a livello nazionale tra le organizzazioni rappresentanti dei lavoratori dipendenti e i loro datori di lavoro. Cioè dalle rispettive parti sociali in seguito a contrattazione collettiva e successivo relativo accordo. Ogni settore lavorativo ha quindi le sue regole anche per quanto riguarda lo stipendio. Per garantire sempre che le cose vadano nel verso giusto, sindacati ed associazioni di categoria si riuniscono a determinate scadenze. I CCNL durano un numero specifico di anni. In un caso ben preciso, ai lavoratori è concesso un aumento in busta paga di 204 euro.

Se un contratto CCNL è rinnovato in ritardo, allora ai lavoratori sono concessi degli arretrati mentre durante un periodo lavorativo in cui un CCNL è scaduto, ai lavoratori, a prescindere dal settore, spetta l’indennità di vacanza contrattuale. Si concede un minimo aumento di stipendio commisurato, in percentuale, al tasso di inflazione fino al rinnovo del contratto.

Nello specifico questo casa riguarda il comparto della sanità, ovvero medici, infermieri e OSS a cui spettano gli arretrati di stipendio e gli aumenti di salario. L’aumento andrà dai 174 ai 204 euro mentre gli arretrati oscillano tra i 1.200 e i 2.200 euro. L’accordo su aumenti ed arretrati è già raggiunto, manca solo la firma definitiva dell’ARAN.

Fonte consumatore.com