È deceduto per cause naturali, probabilmente per un ictus. I fatti presso la sua abitazione. E’ l’ex detenuto sulla sedia a rotelle Vincenzo Cacace, 60 anni del rione Traiano di Napoli. Finì immortalato dalle telecamere del carcere di Santa Maria Capua Vetere mentre era pestato in testa da alcuni agenti muniti di manganello in quel terribile aprile del 2020. Cacace figurava fra una delle 178 parti offese del processo, individuate dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere.
Appena uscito dal carcere, un anno dopo quel drammatico aprile, raccontò in varie interviste tutto quello che gli era successo: «Sono stato il primo ad essere tirato fuori dalla cella insieme con il mio piantone perché sono sulla sedia a rotelle – raccontò – ci hanno massacrato, hanno ammazzato un ragazzo. Mi hanno distrutto, mentalmente mi hanno ucciso. Volevano farci perdere la dignità ma l’abbiamo mantenuta. Sono loro i malavitosi perché vogliono comandare in carcere. Noi dobbiamo pagare, è giusto ma non dobbiamo pagare con la nostra vita. Voglio denunciarli perché voglio i danni morali».