Il Consiglio dei Ministri, su proposta del ministro dell’interno Luciana Lamorgese, a seguito di accertati condizionamenti da parte delle locali organizzazioni criminali, a norma dell’articolo 143 del Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali (decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267), ha deliberato lo scioglimento per diciotto mesi del Consiglio comunale di San Giuseppe Vesuviano (Napoli). Il prefetto di Napoli Claudio Palomba, in attesa del perfezionamento dell’iter procedurale del decreto di scioglimento del Presidente della Repubblica, ha disposto, in via cautelare, la sospensione del sindaco. Oltre che del Consiglio e della giunta comunale di San Giuseppe Vesuviano. Affidando la gestione dell’ente ad una commissione prefettizia. E’ composta dal viceprefetto Aldo Aldi, dal viceprefetto Agnese Scala e dal dirigente seconda fascia Area I a riposo Antonio Scozzese.

Tre amministrazioni comunali della provincia di Napoli sciolte per infiltrazioni camorristiche in appena 105 giorni. Quindici settimane per vedere cancellati tre consigli eletti e nei quali il Consiglio dei Ministeri ha ravvisano possibili ingerenze della criminalita’ organizzata. Tre citta’ che in comune hanno il Vesuvio, visibile da lati diversi. Come diverso e’ il colore politico delle tre amministrazioni, per una scure contro le possibili connivenze tra politica e criminalita’ organizzata. Stando alle valutazioni del prefetto, non conosce distinzioni tra centrosinistra e centrodestra.

L’ultima amministrazione a cadere e’ stata ieri quella di San Giuseppe Vesuviano, dove le prossime elezioni si sarebbero dovute svolgere nel 2023. Il sindaco, Vincenzo Catapano, era stato eletto nel giugno 2018 con una coalizione di liste civiche ma con la dichiarata vicinanza del primo cittadino alla Lega. La voce circolava negli ambienti politici da alcune settimane, tanto che la decisione non arriva come un fulmine a ciel sereno.