Avrebbe intascato mazzette in cambio di appalti pubblici. Un sequestro preventivo da oltre mezzo milione di euro notificato ai danni di un’ex dirigente del Comune di Torre Annunziata, Gia sciolto scorso maggio sciolto tra l’altro per infiltrazioni mafiose. La Guardia di Finanza del gruppo oplontino ha dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo di beni per 536.382,72 euro. L’ha emesso dal gip del tribunale di Torre Annunziata su richiesta della locale Procura, nei confronti dell’ex dirigente dell’ufficio tecnico comunale Nunzio Ariano, della moglie e dei tre figli. In ordine al reato di trasferimento fraudolento di valori.
L’uomo, coinvolto in presunte vicende corruttive (per una è gia’ condannato in primo grado per induzione indebita a dare o promettere utilita’), è sottoposto dalla Guardia di Finanza ad accertamenti patrimoniali. Serve per verificare ”l’emersione di una sproporzione delle disponibilita’ finanziarie, mobiliari e immobiliari del predetto, rispetto ai redditi dichiarati dallo stesso”. Lo spiega in una nota il procuratore della Repubblica di Torre Annunziata, Nunzio Fragliasso.
Le verifiche
Dalle verifiche sarebbe emersa infatti una sproporzione pari a 155.382,72 euro. Non solo: e’ infatti risultato che Ariano, mentre era detenuto in carcere, avrebbe effettuato, mediante procura speciale conferita alla moglie, alcuni movimenti anomali sul proprio patrimonio mobiliare, di fatto privandosene. In particolare, l’ex dirigente pubblico avrebbe smobilizzato fondi per centinaia di migliaia di euro. Sono detenuti in polizze per diversi anni, trasferendo le provviste, pari a 381.000 euro, ai tre figli. Operazioni, secondo gli inquirenti, ”considerate – come sottolinea ancora Fragliasso – finalizzate ad eludere eventuali sequestri disposti dall’autorita’ giudiziaria”.
Sulla scorta di questi elementi, è disposto il sequestro preventivo diretto dell’importo di 381.000 euro. Considerato anche che i figli di Nunzio Ariano potrebbero ”compiere operazioni atte a reimpiegare la suddetta somma di denaro. Aggravando le conseguenze del reato”. Il gip, ha inoltre chiesto il sequestro, diretto e per equivalente, della somma di 155.382,72 euro. Risultando sproporzionata rispetto al reddito di Ariano e ingiustificata in merito alla provenienza, è ritenuta suscettibile di confisca obbligatoria.