Una replica del bonus 200 euro ma un intervento di “decontribuzione”: lo ha annunciato il governo per il prossimo decreto aiuti secondo quanto riferiscono i segretari di Cisl Luigi Sbarra e Uil Pierpaolo Bombardieri al termine dell’incontro a Palazzo Chigi. “Ci hanno detto che i interviene sulla decontribuzione dei lavoratori dipendenti quindi si aumenta il netto in busta paga” ha detto Bombardieri.
L’intervento allo studio del governo prevede un taglio in busta paga dei contributi sociali da luglio a dicembre. Quindi un provvedimento strutturale almeno fino alla fine dell’anno che aumenti la busta paga per i mesi a venire.
Saranno inoltre previste risorse per recuperare chi è rimasto escluso dalla misura a luglio. “Consideriamo importante il fatto che il governo si sia impegnato a erogare il bonus di 200 euro di luglio anche ai lavoratori precari e stagionali che erano stati esclusi e questa è una nostra richiesta e un punto importante” ha spiegato il segretario della Cgil Maurizio Landini.
Come spiegato dal segretario della Cgil il decreto dovrebbe essere sul tavolo del consiglio dei ministri già la prossima settimana. “Draghi mantiene l’impegno di destinare il tesoretto di 14 miliardi di extra gettito iva per le famiglie e imprese” spiega Landini.
Tra le misure in arrivo quindi:
l’esensione del bonus 200 euro a precari e stagionali. Si tratterà di uno “sconto” sulla tassazione e non più un bonus una tantum e sarà in vigore da luglio a fine anno;
proroga del taglio delle accise sui carburanti;
restano i dubbi sul taglio dell’iva per i beni di prima necessità, i sindacati si sono detti contrari.
Allo studio del governo anche un intervento per estendere la super tassa sugli extra-profitti delle aziende energetiche allargandola a settori diversi da quello dell’energia. Per reperire risorse da destinare al decreto aiuti bis si valuta l’opportunità di reperire ulteriori risorse rispetto a quelle a disposizione dalla tassazione sugli extra-profitti delle aziende e multinazionali.
La riforma delle pensioni
Se il cantiere previdenziale intavolato ad inizio anno rischia di restare impantanato con la crisi di governo (lo spauracchio è il ritorno alla legge Fornero dal 2023, ndr) il governo con i ridotti poteri rimasti dopo le dimissioni del premier ha spiegato ai sindacati che si starebbe valutando l’anticipo dell’indicizzazione per la rivalutazione delle pensioni. L’adeguamento che era previsto per gennaio 2023, potrebbe essere anticipato al secondo semestre del 2022. È una delle misure indicata dal governo ai sindacati su cui si sta lavorando come spiegato il leader della Cisl, Luigi Sbarra al termine dell’incontro con il premier Mario Draghi a Palazzo Chigi: una misura che potrebbe dar fiato ai pensionati che si trovano il potere di acquisto delle pensioni eroso dall’inflazione.
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