Ultimamente l’attenzione dei cittadini italiani è decisamente focalizzata su quello che in certe condizioni lo Stato è disposto a garantire. Siamo sempre più certi di comprendere, approfondendo fin quanto possibile quali sono i reali meccanismi che mettono in moto il sistema previdenziale e spesso anche di ammortizzazione sociale che generalmente riguardano la popolazione tutta. Ma non sempre tutto è chiaro, spesso occorre comprendere meglio certi ingranaggi.

La domanda che spesso negli ultimi tempi molti italiani colpiti da una precisa patologia di pongono è legata chiaramente alla condizione vissuta. Ci si chiede in quali momenti, in quale fase e con quale tipologia di specifica patologia è possibile accedere alla pensione di invalidità. Innanzitutto specifichiamo che la patologia in questione è il diabete. In questo caso abbiamo dunque a che fare con diverse forse di malattie, ad ognuna di essa l’Inps, riconosce una specifica percentuale di invalidità.

Ovviamente a generare il tutto sono le differenze tra le varie forme di patologia. La gravità della stessa malattia, i sintomi riscontrati e quant’altro faranno in modo che la condizione sia più o meno riconosciuta dall’Istituto di previdenza sociale. Comprendere ad esempio in quale misura la stessa patologia può ostacolare il quotidiano della persona in questione. Quanto questo può causare problemi nella gestione del lavoro e di ogni altro aspetto della vita di tutti i giorni.

In linea di massima più grave è la malattia, più evidenti sono i limiti pratici nello svolgere regolarmente il proprio lavoro o comunque una condizione lavorativa e più alti saranno gli importi riconosciuti dalla stessa Inps. Una serie di verifiche, di visite ed esami specifici faranno in modo che l’ente arrivi a comprendere ogni aspetto che riguarda il soggetto in questione. A quel punto poi andrà ad esprimersi attraverso la soglia di invalidità riconosciuta.
Pensione di invalidità: ecco quali sono le forme di diabete riconosciute dall’Inps
L’Inps in merito alla questione diabete riconosce tre diverse forme di patologia con percentuali di invalidità assegnate che vanno dal 41% al 100%. L’unica forma di diabete che in qualche modo offre l’opportunità di un assegno pensionistico è il diabete mellito, questo di fronte a particolari complicanze derivanti dalla stessa patologia. In questo caso infatti si rientra in una fascia considerata di invalidità che va dal 91% al 100%.

In questo caso, dunque, si può richiedere la pensione di invalidità direttamente all’Inps. La condizione in questi casi non consente di svolgere regolare mansione lavorativa perchè spesso la degenerazione dello stato fisico non aiuta la capacità lavorativa stessa. Necessità di cure e assistenza fanno il resto. Non solo in questo caso però l’Inps riconosce una percentuale consistente di invalidità. In altre situazioni dunque è possibile ricevere agevolazioni e benefici.

Sono due le fasce di invalidità riconosciute in certi casi, una che va dal l 41% e il 50% e l’altra tra il 51% e il 60%. Nel primo caso troviamo cittadini affetti da diabete mellito di tipo 1 o 2 con complicanze micro-macroangiopatiche. Nel secondo caso invece troviamo i cittadini affetti da diabete mellito insulino-dipendente oppure con crisi ipoglicemiche. In questi casi dunque sono previste da parte dell’Inps altrettante agevolazioni e vantaggi.

Ci troviamo ad ogni modo di fronte ad una patologia tristemente seria che può portare a conseguenze devastanti per l’organismo umano. In certi casi, lo Stato interviene e fa in modo che il cittadino affetto da tale patologia abbia nel concreto tutte le possibilità di accedere ad un trattamento speciale, sia dal punto di vista economico che meramente pratico sotto il profilo dei vantaggi e della agevolazioni garantite. La situazione a questo punto appare molto più chiara e comprensibile.

fonte contocorrenteonline.it