Soltanto abbassando di un grado i termosifoni, riducendo l’orario giornaliero di un’ora, da Milano a Palermo. Posticipando l’accensione di 15 giorni una famiglia tipo può risparmiare quasi 180 euro in bolletta. Abbassare quindi i consumi di circa 2,7 miliardi di metri cubi di gas, dice l’Enea. Ma se il taglio ai caloriferi arriverà a 2 gradi, come previsto dal piano studiato dal governo da far scattare in caso di stop del gas dalla Russia, l’effetto può essere doppio. Sono 360 euro di risparmi e e circa 5,5 miliardi di metri cubi di gas in meno da consumare. Senza contare l’impatto dei comportamenti virtuosi che potrebbero mettere in campo le famiglie tra lavatrici ridotte e docce a tempo, e i risparmi previsti dal taglio della luce pubblica fino al 40% e dai contributi da parte delle imprese.
«Niente panico. Il governo mantiene lo stato di pre-allerta necessario al monitoraggio costante dei flussi, senza alcun bisogno di misure emergenziali e di un passaggio allo stato di allerta», ha fatto sapere intanto il Mite, «stante la situazione attuale». Non è ancora tempo, dunque, di far scattare il piano di austerity taglia-consumi per il Ministero della Transizione ecologica. Anche perché, ha precisato il Mite, la riduzione di circa il 30% sulle forniture di gas annunciate ieri da Gazprom per l’Italia «equivale in valore assoluto a circa 10 milioni di metri cubi al giorno. Rappresenta una parte marginale della fornitura giornaliera totale che è ampiamente compensata. Grazie alle altre forniture che il governo si è assicurato con il piano di diversificazione».