Dal taglio dell’accisa sul costo dei carburanti alla proroga del bonus bollette, dagli interventi sul cuneo fiscale a quelli sulle pensioni. Sono molti i dossier economici sul tavolo del governo: alcuni saranno confermati, anche in occasione del prossimo Decreto Aiuti bis, per altri invece il futuro è più incerto. Ecco le date a cui guardare per eventuali novità, scadenze e riconferme.

CARBURANTI – Scade il 21 agosto il taglio di 30 centesimi sull’accisa sui carburanti. Sembra però che la norma verrà riconfermata e prorogata un’altra volta, almeno fino al 31 ottobre.

SMARTWORKING – Il 31 agosto è l’ultimo giorno in cui resterà in vigore il regime di smart working agevolato, cioè senza accordi scritti che lo prevedano nei luoghi di lavoro. Per il futuro, ha già detto il ministro del Lavoro Andrea Orlando (in foto), il lavoro da remoto “non sarà usato come nei mesi del lockdown”.

BOLLETTE – Resta sempre sul tavolo il tema caro-bollette. I prezzi energetici continuano a essere alti, ma il regime di aiuti in vigore scadrebbe il 30 settembre.
Il decreto
Il Decreto Aiuti bis a cui sta lavorando il governo conferma in ogni caso la proroga del bonus sociale bollette, e del regime retroattivo dell’abbassamento del limite Isee per accedervi (da 12mila a 8265 euro), ancora per tre mesi.

CUNEO FISCALE – Palazzo Chigi si sta anche muovendo per il taglio del cuneo fiscale. Si pensa a una riduzione di un punto percentuale, aggiuntivo rispetto a quello di 0,8 punti già in vigore fino a fine anno, per sei mesi (da luglio a dicembre). I beneficiari della misura sarebbero i lavoratori dipendenti con redditi fino a 35mila euro l’anno.

BONUS 200 EURO – Entro il prossimo 31 ottobre i lavoratori autonomi (senza partita Iva) e quelli in regime di co.co.co dovranno inviare domanda per ricevere l’indennità una tantum da 200 euro.

PENSIONI – Per i pensionati, con il Decreto Aiuti Bis è in arrivo in anticipo la rivalutazione degli assegni pensionistici, inizialmente prevista per gennaio 2023. Il sottosegretario all’Economia, Federico Freni, in una intervista al Messaggero, ha detto che dovrebbe essere “attorno al 2%”.