A processo in cinque, tra Scafati, Angri e il Vesuviano, per il possesso e fabbricazione di ordigno esplosivo dalla potenza micidiale, poi ceduto ad un terzo. Ognuno dei cinque – anche se per uno le accuse caddero – pare avesse un ruolo, come quello di trovare la polvere che serviva per le bombe. La Procura di Nocera Inferiore ha ottenuto per i cinque il giudizio immediato.
La Dia intercettò e sequestro un ingente quantitativo di esplosivo, in parte racchiuso in un ordigno. Le attività investigative consentirono di riscontrare la responsabilità per un ordigno esplosivo da guerra del peso complessivo di 3,4 chili (venduto a uno scafatese arrestato lo scorso anno per il quale si procede separatamente), nonché nella detenzione di plurimi elementi esplosivi pronti per la fabbricazione altri ordigni (erano stati requisiti 17 artifizi pirotecnici in gergo denominati spolette, 140 centimetri di miccia pirotecnica, alla polvere nera 3,600 chili di miscuglio di polvere pirotecnica di colore grigio e 8,400 chilogrammi di perclorato di potassio in polvere).
Il blitz messo a segno in risposta agli attentati dinamitardi registratisi negli ultimi tempi nel territorio dell’agro nocerino e soprattutto a Nocera Inferiore. La Procura Antimafia sospetta un giro di estorsioni dietro la costruzione degli ordigni.