Stretta nella gestione del riscaldamento per il prossimo inverno con meno gradi di calore, meno giorni e meno ore in cui si potranno accendere le caldaie. Maggiore diversificazione delle fonti con la massimizzazione della produzione di energia elettrica da impianti che usano combustibili diversi dal gas. E, ancora, spinta ad adottare comportamenti volontari che possano contribuire sensibilmente ad un ulteriore taglio dei consumi. Sono queste le principali linee guida del Piano nazionale di contenimento dei consumi di gas naturale adottato dal governo per correre ai ripari contro l’emergenza scatenata dal conflitto russo. “Stiamo lavorando affinche’ i sacrifici da affrontare per i cittadini siano minimi” assicura il ministro per la Transizione Ecologica, Roberto Cingolani.
Il piano tra misure obbligatorie e comportamenti volontari altamente consigliati conta di mettere a segno risparmi complessivi dei consumi pari a 8,2 miliardi di metri cubi di gas naturale. Un piano flessibile, spiega il ministro e che per ora, esclude la parte industriale, ribadendo l'”improcrastinabilita’” sui tempi dei rigassificatori da far partire al piu’ presto.
Un piano “ragionevole ” e non “draconiano” che si basa innanzitutto sulla consapevolezza dei cittadini. Nel dettaglio, le stime dell’impatto di tutte le misure prese portano a un potenziale taglio di circa 5,3 miliardi di metri cubi di gas, considerando la massimizzazione della produzione di energia elettrica da combustibili diversi dal gas (circa 2,1 miliardi di metri cubi) e i risparmi connessi al contenimento del riscaldamento (circa 3,2 miliardi di Smc), a cui si aggiungono le misure comportamentali da promuovere attraverso campagne di sensibilizzazione degli utenti ai fini di un comportamento piu’ virtuoso nei consumi (che produrranno risparmi per 2,9 miliardi di metri cubi).
Il Piano e le città
In particolare, il piano prevede la riduzione dei consumi, regolamentando il funzionamento degli impianti di riscaldamento gia’ entro il mese di settembre 2022, modificando la vigente regolamentazione della temperatura e dell’orario di accensione invernale. La temperatura dei riscaldamenti dovra’ essere ridotta di un grado, a 17 gradi con piu’ o meno 2 gradi di tolleranza, per gli edifici adibiti ad attivita’ industriali, artigianali e assimilabili e a 19 gradi con piu’ o meno 2 gradi di tolleranza per tutti gli altri edifici.
L’accensione del riscaldamento viene ridotta di 15 giorni (posticipando di 8 giorni la data di inizio e anticipando di 7 giorni quella di fine esercizio) e di 1 ora al giorno per l’accensione (ad esclusione delle utenze sensibili tipo ospedali, case di ricovero ecc). In pratica a Milano il riscaldamento potra’ essere acceso per 13 ore al giorno dal 22 ottobre al 7 aprile, a Roma invece le ore saranno 11 con caldaie accese dall’8 novembre al 7 aprile mentre a Napoli le ore permesse saranno 9, dal 22 novembre al 23 marzo, e a Palermo si potra’ riscaldare per ore 7 giornaliere dal 8 dicembre al 23 marzo.