L’emergenza virus sta scemando, si torna alla normalità un po’ in tutti i settori e torna a rimbombare il rumore delle ruspe. Non ci sono più i motivi legati al lockdown messo in campo per contrastare il Covid-19 a fermare gli ordini di demolizione delle abitazioni abusivamente costruite, e gli abbattimenti possono riprendere.
Lo ha sottolineato la Cassazione avvertendo che «non sussistono allo stato ragioni ostative all’operatività della sanzione amministrativa accessoria» – la demolizione a carico del proprietario – alle condanne penali per abusi edilizi. A rilanciare la ripresa della lotta alle costruzioni ‘selvagge’, sono stati gli ‘ermellini’ nel verdetto che ha respinto il ricorso di una donna 54enne di Pozzuoli che ha invocato il Covid per non rispettare l’ordine di abbattere la casa delle vacanze costruita a Bacoli senza permesso.
Per quanto riguarda il riferimento «all’asserita rilevanza dell’emergenza sanitaria ricollegabile al Covid 19, deve parimenti escludersi- scrive la Cassazione replicando alla difesa di Anna Maria B,, classe 1958, condannata per abusivismo edilizio – che la stessa giustifichi la revoca dell’ordine di demolizione, posto che, terminata la fase contingente del ‘ lockdown’ e della conseguente obbligatoria presenza in casa, non sussistono allo stato ragioni ostative alla operatività della sanzione amministrativa accessoria».