Adottando l’ora legale permanente, mantenendola per tutto l’anno, si allevierebbero gli effetti del caro bollette, ma si pagherebbe anche un prezzo in termini di salute: il rischio di diabete e obesità potrebbe aumentare di un quinto, avvertono gli esperti della Società italiana di endocrinologia (Sie), riuniti a Napoli da oggi al 10 settembre per gli Incontri italiani di endocrinologia e metabolismo. Dagli Usa, dove già nel marzo scorso con il Sunshine Protection Act democratici e repubblicani si sono trovati d’accordo nel chiedere l’estensione dell’ora legale 365 giorni su 365, arrivano infatti i primi dati in merito all’impatto sanitario di questa scelta.
Alcuni studi – informa la società scientifica in una nota – evidenziano che “mattine più buie e sere più luminose potrebbero avere effetti negativi sulla quantità di sonno e di conseguenza anche sul pericolo di obesità, sovrappeso e malattie metaboliche come il diabete, con effetti deleteri anche sul cuore”.
“Conservare l’orario estivo – afferma Annamaria Colao, presidente Sie e ordinario di endocrinologia all’Università Federico II di Napoli – consentirebbe di evitare tutti quei disturbi derivanti da alterazioni del ritmo circadiano per il passaggio ora legale/ora solare, che riguardano un’ampia fascia di popolazione. L’impatto potrebbe essere positivo soprattutto sui bambini che godrebbero di un’ora di più all’aria aperta e fare così più movimento. Ma a fronte di questi benefici, l’ora legale permanente può essere poco in sincrono con l’orologio biologico e rivelarsi perciò deleteria, accrescendo fino al 20% il pericolo di conseguenze negative sul metabolismo e il sistema cardiovascolare”.