In questi giorni l’INPS sta provvedendo a comunicare ad alcune categorie di titolari di prestazione pensionistica e assistenziale un preavviso di sospensione dei trattamenti. Si tratta di una gran mole di beneficiari, circa 36 mila persone. Tale notifica è descritta nel messaggio numero 3350 del 12 settembre 2022.
Infatti, nei primi giorni di settembre l’INPS ha comunicato agli interessati attraverso un messaggio di preavviso di sospensione, a mezzo raccomandata con ricevuta di ritorno, che è in svolgimento una campagna di revoca nei confronti di una determinata categoria di beneficiari. Un’amara sorpresa per migliaia di pensionati e assistiti INPS. Ma quali sono le categorie interessata dal provvedimento?
Chi è coinvolto dalla revoca e sospensione della pensione INPS
A correre il pericolo di sospensione sono i trattamenti pensionistici collegati ai redditi. Nello specifico chi non ha provveduto all’invio del modello RED INPS o della domanda di ricostituzione del reddito, con attenzione per i redditi relativi all’anno 2018. Le prestazioni da verificare perché collegate al reddito sono:
assegno mensile di assistenza (di cui all’articolo 13 della legge n. 118/1971);
pensione ai ciechi civili (legge 382/1970);
assegno sociale (legge 335/1995 e art. 19 legge 118/1971);
pensione di inabilità per invalidità civile (art. 12 legge 118/1971);
pensione ai sordi (art. 1 legge 381/1970).
Chi usufruisce di questi trattamenti deve inviare all’INPS il modello RED. Invece a chi spetta l’invalidità civile, l’assegno o la pensione sociale oppure dell’indennità di accompagnamento, deve dichiarare, ogni anno, la residenza in Italia o all’estero o i propri redditi, tramite il modello ICRIC, ICLAV o Ass/Ps, se sollecitata dall’Inps.
I coinvolti dalla misura di sospensione e revoca sono per lo più titolari di assegno di invalidità civile che non hanno presentato la dichiarazione dei redditi per l’anno 2018 e rischiano di restituire 4 anni di assegni ricevuti per la prestazione. Entro 60 giorni dal ricevimento del messaggio di preavviso gli interessati dovranno comunicare all’INPS i dati richiesti pena la sospensione del trattamento.
Dopo ulteriori 120 giorni dalla data di sospensione, se non si ottempera alle richieste, la prestazione verrà revocata e sarà computato il debito relativo all’anno di reddito non dichiarato (dal 2018 al 2022). Tutte le comunicazioni dell’INPS avvengono attraverso raccomandata con ricevuta di ritorno.
fonte consumatore.com