Tenuta segregata per oltre 20 anni e ora in quella casa non vuole più tornarci. A ridurla in schiavitù suo fratello e sua cognata: rinchiusa in una stanzetta senza mai vedere un medico e “guardata a vista” quando qualche volta veniva condotta dal parrucchiere. Oggi lei ha 67 anni, ma le violenze e i soprusi su di lei da parte dei suoi familiari sono iniziati quando lei era quarantenne. La vicenda alla quale i carabinieri della compagnia di Bojano (Campobasso) hanno messo fine è avvenuta in un piccolissimo paese poco distante dal centro matesino.
Nel 1995, la donna, allora giovane, rimane vedova e per non vivere il dolore in solitudine, accoglie l’invito del fratello che decide di ospitarla e metterle a disposizione quella che era la stanza degli anziani genitori. Ma poi la donna diventa un peso per i parenti che la costringono a spostarsi in una stanza priva di riscaldamento, ricavata accanto alla legnaia e con la porta chiusa dall’esterno per impedirle di uscire in assenza dei coniugi proprietari di casa.
Non poteva nemmeno recarsi sulla tomba del marito e non le era mai concesso ̀ di fare due chiacchiere con nessuno. Una segnalazione ai carabinieri ha posto fine all’incubo, grazie a un consulente nominato dalla procura. «Lei – ha raccontato il capitano Edgard Pica, comandante della Compagnia di Bojano – ha parlato solo quando ha capito che non l’avremmo più riportata in quella casa»